giovedì 30 aprile 2015

OnExpo | Giuseppe Luongo

In occasione di EXPO 2015 ci sarà lo start del progetto Effood ideato nel 2012 e inserito dalla Comunità Europea tra le Best Practices nell’ambito dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale. A cosa aspira il progetto?
 L’European Festival of Local Food è un progetto sperimentale, in costruzione e dal basso,  che vuole generare un evento in Irpinia, finalizzato al dialogo e scambio interculturale  attraverso le tradizioni gastronomiche di varie aree geografiche dell’Europa.



Progetto Effood
Step fondamentale del progetto è quello del recupero delle abitazioni rurali degradate ed in abbandono. Tale passo è in sintonia con quanto realizzato per Expo nell’area della Cascina Triulza, sito interamente rinnovato del patrimonio storico, architettonico e ambientale di Milano e della Lombardia. Oltre ai grandi eventi quali  sono le attività che possono accendere i riflettori su tali realtà?
In Irpinia come in tante aree del Mezzogiorno, il  patrimonio abitativo degli insediamenti rurali è in abbandono ed in analogia con quanto accade con la memoria storica, riferendomi alla civiltà contadina, molti valori sono andati ormai persi definitivamente  ma, volendo percorre una strada in salita, al di la dei grandi eventi, ascoltando il territorio dal basso, in particolar modo il mondo dell'associazionismo e dei piccoli produttori, vi è ancora la possibilità di promuovere e realizzare un recupero delle identità e dei luoghi che hanno fatto parte del nostro passato e che possono divenire un’opportunità per le generazioni future.

Le case rurali sono considerate architetture spontanee. Nel dibattito architettonico si è dimenticato che da tali costruzioni, considerate minori, si potrebbe riproporre una delle loro peculiarità, ossia il legame insito tra architettura e contesto?
In Campania ci sono casi in cui si è tentato, attraverso studi e pubblicazioni, di dare dignità all'architettura rurale, è il caso delle Masserie Vesuviane, su ci si è scritto molto e io stesso ho avuto il piacere di lavorare durante la mia tesi di laurea con prof. Michele Cennamo a metà degli anni 90', tuttavia  in vista delle opportunità offerte dal nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-20 sarebbe un buon segnale se si aprisse un dibattito anche istituzionale  sul tema del recupero delle case rurali in relazione al contesto etnografico.

Progetto di recupero del borgo

La Carta di Milano sarà la grande eredità dell’Esposizione Universale. In uno dei tavoli tematici si è evidenziato che si deve facilitare il turismo enogastronomico in quanto veicolo dello scambio culturale tra i popoli. In che misura il progetto Effood può contribuire nella realizzazione di tale proposta?
Il progetto è incentrato tutto sui principi che stanno alla base dell’ecoturismo. Ho scelto il borgo Cotugno in quel di Vallesaccarda come sede di questo progetto non solo perchè è un luogo al quale sono molto legato ma verosimilmente perché esso ricade in una Zona di Protezione Speciale quale area della rete Natura 2000, ricca di bellezze naturalistiche e paesaggistiche.

In che ruolo architetti urbanisti designer possono partecipare alla costruzione di un futuro sostenibile?
La Pianificazione è  il luogo deputato ad accogliere le scelte per una governane responsabile del territorio, tuttavia è risaputo, ad esempio, che la maggior parte dei comuni Irpini, non ha ancora un Piano Urbanistico approvato e quando lo si trova è molto datato e lontano dalle visioni di uno sviluppo sostenibile. Quindi è opportuno che gli urbanisti che svolgono incarichi di rilievo non ascoltino soltanto i Sindaci ma anche la voce della propria coscienza.

Quale sarà l’eredità che verrà lasciata da Expo 2015?
Io mi aspetto che chi governa il nostro Paese, al di là della  vetrina di Milano, riveda le scelte scellerate sulle trivellazioni petrolifere che interesseranno tutto l’Appennino meridionale e inizi a mettere in campo una seria politica agricola e ambientale  utile a far rinascere il comparto  ormai in ginocchio e senza futuro.

Intervista a cura di Isabella Lisi

Giuseppe Luongo | Architetto, svolge la professione dal 1997 ed in qualità di esperto senior in  integrazione della componente ambientale nelle politiche pubbliche svolge incarichi nella Pubblica Amministrazione per attività di assistenza tecnica nei processi di  Valutazione Ambientale Strategica a cui vengono sottoposti i piani regionali di sviluppo. E’ founder del social network FareSpazio dedicato al tema delle Smart Cities e Smart Communities, risultato, nel 2013, finalista nel Premio Smart City Roadshow, promosso da Anci e Smau, come progetto innovativo ed esempio virtuoso nello sviluppo delle moderne città intelligenti.

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