martedì 15 settembre 2015

On Expo | Piuarch

1. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è lo slogan di EXPO 2015. “ Condivisione dell’ energia” è uno dei concetti che, più di tutti, rappresenta il padiglione Enel da Voi progettato. Come è nata l’ idea progettuale?

Per il padiglione Enel, il tema era quello di dover raccontare (all’interno di un Expo legata all’alimentazione) l’approccio innovativo promosso da Enel di distribuzione e condivisione dell’energia attraverso una rete intelligente, la Smart Grid. Una distribuzione non più indifferenziata ma “demand response”, gestendo in maniera flessibile i consumi per essere più sostenibili.
Per il Padiglione Enel abbiamo voluto realizzare un intervento che rendesse visibile la Smart Grid che genera la diffusione dell’energia, essa infatti è alla base del pavimento e su di essa si innestano i vettori che vanno a creare il Padiglione. Uno spazio che non è contenitore, ma un microcosmo nel quale il visitatore può immergersi, scoprendo un’esperienza che ha anche un aspetto ludico.


2. Obiettivo di EXPO 2015 è definire soluzioni per alimentare l’ umanità in modo sostenibile che non significa una maggiore produzione di cibo bensì una gestione più smart delle risorse del pianeta. Anche la Smart Grid concepita da Enel non si occupa di produrre energia ma di migliorarne la distribuzione. In che modo il progetto del padiglione esprime l’intento di Enel per EXPO 2015?


Il progetto mira a rendere visibile e tridimensionale questa nuova tecnologia che punta sulla riduzione della produzione in esubero per produrre solo l’energia realmente necessaria, avendo così un risparmio all’origine. La matrice iniziale del progetto è la rete intelligente che Enel ha realizzato per alimentare il sito di EXPO, questa griglia, attraverso una rete realizzata con elementi metallici contenenti la distribuzione dell'elettricità e il flusso dei dati, trasmette l'idea di condivisione dell'energia. La rete si sviluppa a filo del pavimento e conferisce al sistema una geometria ondeggiante.



3. Il bosco di luce del padiglione Enel è composto da 650 vettori luminosi che vogliono rappresentare quella che è la Smart Grid, ossia un sistema intelligente che si autoalimenta, si autoregola e produce energia in maniera rispettosa nei confronti dell’ambiente. Ci spiegate quali sono state le tecnologie adottate per renderlo uno degli spazi più suggestivi di EXPO?

I vettori rappresentano le terminazioni nervose del sistema e generano un bosco virtuale illuminato attraverso una serie di lampade a Led collocate sulla griglia, capaci di riprodurre qualsiasi colore. I proiettori LED RGBW single chip sono stati progettati ad hoc da iGuzzini e sono comandati in remoto con driver DMX, che consente di gestire ogni vettore in modo autonomo,  il proiettore LED ha un assorbimento variabile in un range da 6,3W a 12,6W a seconda del colore della luce. Inoltre le coperture sono dotate di pannelli fotovoltaici che forniscono energia al Padiglione.


4. La control room presente all’interno del padiglione Enel consente di vedere in tempo reale cosa succede dal punto di vista energetico in tutta l’area dell’ EXPO. Come è stata concepita questa stanza dal punto di vista architettonico?

La Control Room è il cervello del sistema, ospita i locali tecnici per l’elaborazione dei dati e consente ai visitatori di scoprire i flussi di dati dei consumi energetici, della città di Expo, attraverso grafici e numeri: dalle aree comuni, ai padiglioni, dai servizi di ristorazione, all’illuminazione, fino alla mobilità elettrica. Lo spazio è un volume puro vetrato, immerso nel Bosco Virtuale, le diverse superfici sono trattate con diversi gradi di trasparenza e di riflessione, al fine di smaterializzare le masse e fonderle con il Bosco.
All’interno c’è uno spazio scenico con un grande schermo Led dove vengono trasmesse le informazioni tecniche, lo spazio è arricchito da una macchina scenica composta da piccole superfici specchiati che riproducono la Smart Grid in movimento.


5. Se vi si chiedesse di definire con 3 aggettivi il padiglione Enel quali scegliereste e perché?

Virtuale: per il progetto del volume abbiamo voluto creare uno spazio aperto, un’installazione in cui 650 elementi verticali luminosi di altezze variabili accolgono e indirizzano il visitatore, ci siamo ispirati al lavoro dell’artista cinetico Jesus Rafael Soto, in particolare ai suoi “Penetrabili” degli anni ’60.
Immersivo: perché lo spazio accoglie il visitatore che è invitato a perdersi all’interno del Bosco, la percezione dello spazio varia continuamente in relazione alla posizione dell’osservatore, si avranno così contrazioni, sovrapposizioni e disallineamenti del volume.

Ludico: il Padiglione vuole essere uno spazio piacevole, dove comprendere informazioni importanti in modo anche divertente, l’esperienza ludica consente di apprendere e ricordare le informazioni più facilmente.


6. Cosa Vi aspettate che i visitatori colgano nel percorrere il Padiglione Enel?

Il progetto propone un aspetto ludico che permette al visitatore d'inoltrarsi liberamente nel “bosco” e di interagire con i vettori attraverso inaspettate situazioni luminose e sonore. Il verde in particolare svolge un ruolo importante nell’arricchire l’esperienza di visita; sia nelle tre corti densamente alberate che nelle superfici che circondano il padiglione sono impiegate una grande varietà di piante ed essenze che appartengono al “giardino mediterraneo”. Speriamo che il Padiglione sia un luogo la cui essenzialità compositiva favorisca la comprensione del messaggio, l’importanza della condivisione dell’energia attraverso nuovi sistemi di gestione intelligente delle risorse.



7. Quale sarà l’eredità che verrà lasciata da Expo 2015?

Per quanto riguarda il Padiglione Enel questo può essere smontato e riassemblato facilmente in moduli di diverse dimensioni per essere utilizzato in situazioni diverse, siano essere fiere di settore o allestimenti temporanei. Un ulteriore utilizzo è quello in campo urbano, i vettori possono diventare aree di sosta integrati nel tessuto urbano che offrono diversi servizi in base alle esigenze locali, possono essere punti wi-fi, stazioni energetiche verdi, punti di illuminazione, zone di ricarica per auto elettriche o più semplici dispositivi, pc o cellulari.
Per quanto riguarda Expo invece si spera che rimanga un messaggio e una consapevolezza più profonda sulla gestione migliore delle risorse, sia energetiche che alimentari.

Sito di riferimento: www.piuarch.it

Intervista a cura di Romina Muccio



Piuarch nasce nel 1996 su idea dei quattro soci fondatori Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario. Oggi lo studio è formato da una trentina tra architetti e ingegneri provenienti da ogni parte del mondo, guidati dai quattro partner e da 11 associati. Lo studio si trova a Milano, in Brera, in un affascinante cortile che in origine ospitava una tipografia. Qui nascono i progetti, che vanno dal recupero di zone industriali, a edifici pubblici, complessi residenziali e per uffici fino a piani urbanistici.


Per Dolce&Gabbana, con la quale lo studio ha in atto una collaborazione da più di 10 anni, Piuarch ha realizzato le sedi di viale Piave, via Goldoni e di via Broggi a Milano, l’edificio produttivo di Incisa in Val d’Arno, la ristrutturazione dell’ex cinema Metropol, ora spazio per eventi e sfilate, e più di quaranta boutique in tutto il mondo. Piuarch ha sviluppato negli ultimi anni numerosi progetti all’estero. E’ attivo in particolare in Asia, Russia e in Ucraina, con progetti realizzati e in progress. 

Ultimo riconoscimento alla qualità del percorso svolto in questi anni è il premio "Architetto Italiano 2013”, assegnato dal Consiglio Nazionale degli Architetti in collaborazione con il MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma.Tra i più recenti progetti realizzati figurano i due Padiglioni Enel e Caritas per Expo Milano 2015, il Givenchy Flagship Store a Seoul, il Business Centre Quattro Corti a San Pietroburgo, la sede della società Bentini a Faenza e l’edificio per uffici nell’area di Porta Nuova a Milano. Attualmente in cantiere la riqualificazione delle aree ex Caproni a Milano.

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