In vista dello scorso interessante incontro tenuto dalla nostra associazione con lo studio VULCANICA architettura, riportiamo a seguire una breve intervista ad Aldo Di Chio, Marina ed Eduardo Borrelli.
Perché
VULCANICA architettura?
Noi tutti siamo nati sotto un vulcano, ci sentivamo, e ci
sentiamo ancora, vivi ma compressi e in un certo senso pronti ad esplodere;
questa è anche la ragione per la quale amiamo il provvisorio e il mutevole
mentre proviamo insofferenza per l'architettura perfetta e patinata.
Prima
di essere i Vulcanica chi o cosa eravate? Quando e da cosa è nata l’idea di
formare un gruppo di architettura?
Liceo in provincia e in città, passione per la musica e la
danza, studenti di architettura a Palazzo Gravina, partecipazione a seminari
d'architettura da studenti, laurea a china, primi computer, borse di studio del
CNR a Napoli e Firenze, borsa di studio a New York, casa editrice Libria,
redazione di Ventre, pubblicazioni e convegni, viaggi di studio, seminari
d'architettura da tutor, coppia, famiglia e poi, senza soluzione di continuità,
Vulcanica: la ricerca continua, concorsi, progetti ...
Come
si fa oggi a distinguere una buona architettura da una “meno buona”? Cos’è
secondo voi la “qualità” in architettura?
Ci piace pensare che l'architettura sia solo quella bella,
il resto è edilizia, insignificante, di cui sono piene le nostre città e a cui
la gente spesso è assuefatta tanto da essere indifferente alla bruttura e
diffidente verso la poca architettura che c'è; è da tempo che studiamo una
nuova qualità degli spazi che stimoli le emozioni, aumenti il benessere e la
produttività di chi ci vive e ci lavora, un’architettura empatica, una città
migliore per una vita migliore.
Riciclo e agopuntura urbana,
riciclo nel senso letterale del termine: recupero e riutilizzo degli edifici
dismessi, risparmio del territorio; agopuntura per similitudine: si opera in
punti sensibili della città per riattivare l’intero organismo urbano e guarirne
gli squilibri.
Quali
sono i percorsi intellettuali e creativi che lo studio segue per sviluppare un
progetto? Seguite una sequenza (scaletta, check list o altro) già
collaudata/preferenziale nella produzione progettuale? Se si, quale?
Il nostro obiettivo è di continuare a pensare, anche nelle
condizioni caotiche in cui lavoriamo, ci sbattiamo contro, è una sfida continua
con le varie forze contrastanti della realtà; i progetti sono sempre frutto di ‘una’
intuizione di trasformazione che nasce spesso da circostanze fortuite e
impossibili da pianificare, le idee si concretizzano dopo una infinita serie di
‘abbandoni’ e ‘tradimenti’ che quasi sempre confermano amore e fedeltà a quella
prima idea, così, di progetto in progetto, le idee migrano e i concetti si
sviluppano, con grande fatica.
Dareste
3 consigli per le giovani leve che oggi vogliono intraprendere la libera
professione?
Gli stessi che diamo a noi e che spesso non riusciamo
ancora a seguire: puntare in alto, solo così, forse, vedremo realizzate le cose
che possiamo saper fare; essere colti e informati, sempre di più, conoscere
l'arte, il cinema, la musica .. per capire il mondo che vogliamo modificare;
avere un pessimo carattere, per combattere.
Romina Muccio
Romina Muccio
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