lunedì 15 giugno 2015

OnExpo | Daniele Zambelli

Il Padiglione Azerbaijan di Expo Milano 2015 ideato, progettato e realizzato da Simmetrico network, in collaborazione con lo studio di architettura Arassociati, i progettisti strutturali di iDeas e lo studio di architettura del paesaggio AG&P, si ispira al concetto di biodiversità, peculiarità di un paese composto da aree climatiche, geografiche e morfologiche diverse tra loro. 


Da cosa nasce l’idea del padiglione e in che modo un team così variegato di progettisti ha convogliato le proprie idee ed energie in questo progetto?

Simmetrico, network di creativi, progettisti ed esperti in tecnologie multimediali che realizza progetti in ambito museale, padiglioni espositivi ed eventi, ha progetto e realizzato il padiglione Azerbaijan dalle fondamenta fino all’ultimo bit di contenuti. Come sempre accade per i progetti di Simmetrico, anche in questo caso siamo partiti da una narrazione. Nello specifico dall'idea di raccontare le caratteristiche del Paese come Tesoro di Biodiversità: sulla base di questo concept abbiamo immaginato e realizzato l’architettura. 

L’Azerbaijan rappresenta infatti un modello unico di biodiversità, visto che sono presenti ben nove degli undici microclimi esistenti al mondo; inoltre ha un’incredibile varietà paesaggistica ed è da sempre un crocevia culturale. Biodiversità intesa quindi come ricchezza sia in termini naturali, sia di risorse umane. Per raccontare tutto questo siamo partiti dall’idea di biosfera come metafora del Paese, un sistema in cui elementi differenti convivono in perfetto equilibrio, dando origine a crescita e sviluppo.

Ciò che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che incontro nelle montagne e nei fiumi del mio paese, nelle nuvole del cielo, nelle onde del mare, nel corpo della donna preferita. Di curve è fatto l’universo. L’universo curvo di Einstein affermava Niemeyer.  
Ci spiega il perché della linea curva ricorrente nel progetto del padiglione?

Le linee curve sono ricorrenti nel padiglione e caratterizzano le pareti lignee ondulate che abbracciano l'edificio. Evocano il vento, tipico del territorio azerbaigiano e simbolo dei flussi culturali e creativi che da sempre attraversano il Paese. Inoltre preservano il microclima del Padiglione, realizzato attingendo ai materiali tradizionali dell’Azerbaijian, come il legno, lavorato in modo innovativo, e abbinato a materiali universali come il vetro e il metallo.

Le grandi sfere in vetro che caratterizzano il padiglione si distinguono per un vetro non comune, la cui composizione chimica, silico-sodo-calcica, è stata realizzata appositamente per questo progetto. Quali sono le particolarità di questa tipologia di vetri?

Per realizzare le sfere sono stati utilizzati 1200 mq di vetro curvato sferico realizzati con 36 stampi diversi per un totale di 680 lastre di vetro. Il nostro gruppo di ingegneri, con la nostra società̀ People and Projects, ha costruito sfere e facciate e progettato giunti speciali intelligenti per la quale è in corso la procedura di brevetto. La composizione chimica del vetro (silico-sodo-calcica) è stata realizzata appositamente per questa produzione, per garantire la trasparenza e la flessibilità delle lastre.

In cosa consiste l’innovativa tecnica  denominata “killerwatt” per il contenimento dei consumi energetici adottata per il progetto del padiglione?

La tecnologia killerwatt  permette di monitorare e ottimizzare i consumi di energia elettrica, permettendo che non si superi mai un determinato consumo. Per il padiglione abbiamo utilizzato questa tecnologia per la cucina, uno degli ambienti più dispendiosi in termini energetici.

Se dovesse indicare, tra le altre, la scelta “più sostenibile” del progetto del padiglione, quale ci segnalerebbe e perché?

Il padiglione è stato concepito e fabbricato per essere completamente smontato dopo Expo e rimontato in un parco nella città di Baku, quindi è un vero esempio di sostenibilità. Forme semplici e pulite, ottenute con materiali tipici del territorio azerbaigiano e secondo criteri di bioarchitettura, prevedendo il minimo spreco energetico, oltre a tecnologie a basso consumo energetico.

Quali sono state le strategie adottate per il cantiere svoltosi in meno di 6 mesi sufficienti alla realizzazione dell’intera opera architettonica?

Il padiglione ha visto la partecipazione di un nutrito team di persone, oltre 300, delle quali 250 in Italia e 50 in Azerbaigian. Creatività, innovazione e design, riunite all’insegna della sostenibilità.  Sono stati dedicati oltre 18 mesi alla ricerca e allo sviluppo dei contenuti e sono state elaborate oltre 5000 fotografie e 250 video con oltre 150 giorni di riprese di cui più di 100 in Azerbaigian. Oltre 150 ore di riprese con la tecnica del time-lapse e oltre 55 minuti di animazione a passo uno che ricreano elementi iconici della tradizione azerbaigiana. Per quanto riguarda le strategie di cantiere abbiamo monitorato le tempistiche per evitare sovrapposizioni delle lavorazioni e interferenze e far sì che ogni partner potesse lavorare al meglio.

Il padiglione è stato pensato per poter “ritornare in casa” ed essere rimontato a Baku dove diventerà il centro dedicato alla biodiversità dell’Azerbaijan. 
Quali sono le strategie da adottare nel progettare una struttura che in futuro verrà rifunzionalizzata?

La strategia principale è stata quella della scelta dei materiali. Abbiamo scelto materiali duraturi, come il vetro, che può essere riutilizzato e materiali che possono essere smontati e rimontati.


Cosa si aspetta che i visitatori colgano nel percorrere il Padiglione dell’Azerbaijan?
L'idea del progetto del padiglione è nata con il proponimento di far conoscere l'Azerbaijan, un territorio dall'incredibile varietà paesaggistica e culturale. Grazie a una serie di installazioni multimediali il visitatore può scoprire nel padiglione tutte le ricchezze del Paese, l'incantevole capitale Baku, le tradizioni culturali e culinarie. E ancora nel padiglione il visitatore è accompagnato ai piani superiori da un pentagramma musicale. Questo perchè in Azerbaijan la musica, il mugam, ha una tradizione millenaria ed è patrimonio immateriale dell'Unesco. 

Quale sarà l’eredità che verrà lasciata da Expo 2015?

Per quanto riguarda il padiglione Azerbaijan lascia in eredità la conoscenza di un paese ricchissimo in termini di biodiversità. Un paese capace di coniugare tradizione e innovazione, dove le forti tradizioni sostengono la visione del futuro e le risorse umane rappresentano la fonte della crescita.


Intervista a cura di Romina Muccio


Daniele Zambelli | Nel 1987 fonda il laboratorio multimediale Infobox che si occupa, tra i primi in Italia, di progetti multimediali in rete e off line. Alla fine degli anni ‘90 inizia la sua attività di free-lance come direttore creativo. In quegli anni, l’incontro con Patrizio Paoletti gli consente di sperimentare nei processi creativi le idee di Pedagogia per il Terzo Millennio. Dal 2002 collabora con il nuovo gruppo dirigente FIAT alla ripresa del marchio, curando il lancio dei maggiori nuovi modelli: Panda, Punto, 500. Nel 2007 fonda Simmetrico, network di creativi, progettisti ed esperti in tecnologie multimediali che realizza progetti in ambito museale, padiglioni espositivi ed eventi. | www.simmetrico.it

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