D. “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Oltre
alle tecnologie quali sono le strategie da mettere in campo per dare una
risposta concreta ad una esigenza vitale?
R. E’ molto importante salvare il suolo. Fare in modo che le popolazioni
non abbandonino i terreni agricoli o, peggio, utilizzino tale risorsa per usi
completamente diversi (edilizia, infrastrutture, etc).
Il consumo dei suoli in maniera indiscriminata è
ciò che ogni politica economica, sociale, NON deve fare.
Come evidenzia un recente studio della FAO: “nei paesi a medio e alto
reddito, il cibo viene sprecato in quantità significativa in fase di consumo e
nella fase iniziale delle filiere alimentari. Nei paesi a basso reddito, le
perdite si verificano prevalentemente nelle fasi iniziali e intermedie della
filiera, mentre molto meno cibo va sprecato a livello di consumatore. Le cause
delle perdite e degli sprechi alimentari nei paesi a basso reddito si trovano
prevalentemente nei limiti finanziari, gestionali e tecnici delle tecniche di
raccolta, conservazione e refrigerazione in condizioni climatiche difficili,
dell’infrastruttura e dei sistemi di imballaggio e vendita. Poiché molti piccoli
agricoltori nei paesi in via di sviluppo vivono sull’orlo dell’insicurezza
alimentare, la riduzione delle perdite alimentari potrebbe avere un impatto
immediato e importante sulle loro vite”.
D. “Salva la diversità, salva il pianeta” è lo
slogan di Slow Food per Expo2015. Quanto è importante ripartire dalla
biodiversità?
R. Sappiamo quanto c’è stato di sbagliato nel nostro correre verso la
globalizzazione nel senso deleterio del termine. La conservazione della
biodiversità e il recupero e la protezione degli ecosistemi devono diventare
priorità condivise soprattutto a livello politico. La biodiversità del mondo è
oggi in una situazione critica, gravemente minacciata dall’agricoltura
intensiva e da altri metodi non sostenibili di produzione alimentare. La
conservazione della biodiversità può essere efficace solo se si aumenta la
consapevolezza e l’interesse del pubblico e se i decisori politici hanno
accesso a informazioni affidabili sulle quali fondare le loro scelte.
Slow Food ha coniato il termine “co-produttore” per evidenziare il
potere e il ruolo politico del consumatore. Se, come afferma Wendell Berry,
“mangiare è un atto agricolo” e, come ha aggiunto Carlo Petrini, “coltivare è
un atto gastronomico”, allora dobbiamo anche ricordare che fare la spesa è un
atto politico. Quando spendiamo i nostri soldi, sosteniamo un dato sistema
produttivo oppure lo annientiamo. E questo lo dobbiamo sapere.
D. La Regione Campania ha scelto la Dieta
Mediterranea, proclamata dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale
dell’Umanità nel 2010, quale tema centrale della propria partecipazione
all’Expo. Grandi eventi come Expo possono effettivamente modificare la cultura del
rispetto del cibo e delle coltivazioni locali?
R. Grandi eventi come EXPO devono servire a saper discernere cosa è cibo da
cosa non lo è. Il nostro patrimonio “colturale” ci fornisce una gamma enorme di
verdure, ortaggi, frutta, che è
difficile, se non impossibile, trovarne in
altre parti del mondo. Dobbiamo avere consapevolezza e questa visione richiede un profondo cambiamento culturale e
l’adozione di modalità diverse di comportarsi e comprendere. Questi obiettivi
possono essere raggiunti con l’educazione alimentare alle persone che devono
sentirsi consapevoli delle loro scelte alimentari. Nel bene e nel male.
D. In che ruolo gli agronomi possono partecipare
alla costruzione di un futuro equo e sostenibile?
R. La
professione del Dottore Agronomo è determinante proprio per la sua
responsabilità sociale nello sviluppo sostenibile e nel rispetto della diversità
dei territori delle comunità locali.
L’Agronomo è fondamentale per evidenziare le migliori
pratiche ma soprattutto la comparazione nei diversi contesti territoriali del
flusso di innovazione e del suo trasferimento, le modalità di produzione di cibo
in relazione al proprio territorio per verificare nel contempo la
crescita sostenibile delle comunità locali. Il ruolo dell’agronomo e della sua
professione appare determinate nella costruzione di questa rete.
D. Quale sarà l’eredità che verrà lasciata da Expo
2015?
R. Spero la più grande consapevolezza che tutto ciò che abbiamo visto e
mangiato in questo evento mondiale, nel quale ogni Paese ha avuto il suo
spazio, debba essere utilizzato nel prossimo futuro per raccogliere idee,
progetti, modelli di produzione di cibo identitari, sostenibili e duraturi che
trattino temi diversi come la biodiversità, gli scarti alimentari, la
responsabilità civile del cambiamento climatico e le diversità territoriali
di produzione.
Intervista a cura di Isabella Lisi
Elena De Marco | Dottore Agronomo libero
professionista iscritta all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di
Napoli. Attualmente Consigliere dell’Ordine
dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Napoli, ove ha già ricoperto la carica
di Consigliere Segretario e di Vice
Presidente. E’ stata componente: del Tavolo
Interprofessionale sulle Valutazioni Ambientali presso la Regione Campania
Assessorato all’Ambiente; delle Commissioni Verde ed Ambiente, Urbanistica,
Sicurezza Alimentare e Pari Opportunità
dell’Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Napoli. Esperto presso la Sezione
Specializzata Agraria del Tribunale di Napoli (biennio 1998/1999) e presso la
Corte di Appello di Napoli. E’ componente della Commissione
Regionale Tecnico-Consultiva “Produzioni vivaistiche forestali nelle strutture
regionali – Individuazione di materiale di base”; è Segretario e Perito nella Camera Nazionale Arbitrale in quanto consulente
nel campo dei controlli alle coltivazioni e alle produzioni agricole; è Consigliere
nel direttivo dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (A.I.A.B.) –
Campania e, con funzione di Tesoriere, è componente della Condotta Slow Food
della Costiera Sorrentina e Capri. E’ esperta nei controlli alle
coltivazioni e alle produzioni agricole - consulente aziendale - R.S.P.P.- CTU e CTP per Enti pubblici e
privati - Perito penale presso il
Tribunale di Torre Annunziata. Esperta nella progettazione del verde
pubblico e privato in particolare nella valutazione fitostatica degli alberi
ornamentali secondo la metodologia V.T.A.
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